Adorazione dei pastori

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Pietro Brunetti: “Adorazione dei pastori” Colli a Volturno, chiesa di S. Leonardo

Il dipinto occupa uno spazio a lunetta sulla parete sinistra del presbiterio della chiesa di S. Leonardo in perfetta corrispondenza con l’Adorazione dei Magi dipinta sulla destra.

Entrambi fanno parte di un più vasto ciclo pittorico, comprendente anche la decorazione della cupola, che il pittore Pietro Brunetto ha realizzato tra gli anni 1719 – 1727.

Importanti notizie documentarie su questa impresa, fondamentali anche ad una corretta identificazione del suo autore, sono state rintracciate da Lucio Ragozzino tra le carte documentarie dell’Archivio Parrocchiale di Colli a Volturno (Ragozzino 1993, pp.5-11).

Nei registri contabili del Pio Luogo di S. Leonardo, Ragozzino ha reperito l’atto di convenzione tra il pittore ed i procuratori della confraternita, stipulato nel 1719, ed i pagamenti erogati al maestro, sino al 1725. Nel contratto Brunetti vi viene indicato come originario di Castel di Sangro.

In effetti, la presenza in Molise negli stessi anni di un altro artista di nome Pietro Brunetti, figlio del pittore seicentesco Benedetto ed attivo nel vivacissimo centro di Oratino, ha ingenerato qualche confusione, con l’identificazione nella medesima figura di artisti che oggi sembrano possedere diverse fisionomie biografiche (Masciotta 1952 III, p.174; Oratino 1993, p.206)

In attesa di nuovi chiarificatori approfondimenti archivistici, si può confermare l’appartenenza di questo ciclo di Colli a Volturno e degli affreschi, datati 1737, firmati da un Pietro Brunetti nel refettorio del convento di Colletorto ad un’unica mano in base ad innegabili affinità stilistiche. Entrambe le decorazioni propongono un artista decisamente provinciale, aggiornato sulle iconografie provenienti dal contesto napoletano del secondo Seicento, ma incapace di riprodurne le sembianze qualitative.

zampcolli2La scena dell’Adorazione dei pastori della chiesa di S. Leonardo appare eseguita con evidente ingenuità di tratto disegnativo ed altrettanto evidente incertezza nel comporre armonicamente le proporzioni delle figure umane o nel disporre nello spazio gli elementi architettonici. Ne scaturisce, comunque, un gradevole effetto, quasi da “arte popolare”.

Ci sembra interessante ritornare su una notizia riportata con la giusta evidenza da Ragozzino (1993, p.8) di pagamenti riportati dai libri contabili ad <<huomini e donne che hanno posato per Magistero Pietro>>: è probabile che tra essi vi fosse pure un suonatore di zampogna, e che la figura dipinta da Brunetti rifletta, sia pur con le citate imperfezioni e incertezze qualitative, modi di abbigliamento consueti a quel tempo. La notizia è certamente di interesse per l’esame dello strumento per il quale si rinvia alla scheda organologica redatta da Mauro Gioielli e compresa nel testo di Ragozzino (1993, pp.10-11).

Tratto da “Zampognari e zampogne nell’arte molisana” disponibile alla sezione Produzioni.

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